Il quarto giro di negoziati tra delegazione russa e quella ucraina arriva in videoconferenza.
Un nuovo giro di negoziati è iniziato in video conferenza questa volta. Il consigliere parlamentare ucraino scrive su Telegram che le parti restano ferme sulle “loro specifiche posizioni, la trattativa comunque va avanti”. Continua il messaggio: “La comunicazione continua ad essere difficile. La ragione del disaccordo è che ci sono sistemi politici troppo diversi”.
Intanto la Russia smentisce di aver chiesto aiuto militare alla Cina. “La Russia ha la capacità per un’operazione in Ucraina, non c’è alcuna richiesta di aiuto ad altri Paesi” arriva dal Cremlino. Se la notizia del Financial Times fosse fondata, questa mossa di Mosca potrebbe essere interpretata in due modi. O realmente Putin ha sottovalutato la resistenza ucraina e la guerra quindi sta impiegando più del dovuto di quella che doveva essere una sorta di guerra lampo di liberazione. In questo caso, l’esercito russo non riesce a mantenere le risorse e quindi ha bisogno dei rinforzi, questo spiegherebbe anche la lentezza con cui l’esercito si muove verso l’Ucraina. Altrimenti, può essere vista come una mera mossa politica.
Negoziati a doppio binario: si spera in una mossa di Pechino
Questa richiesta di aiuto è arrivata casualmente alla vigilia dell’incontro tra Cina con gli Stati Uniti. Forse sia Washington che Mosca stanno cercando di far prendere una parte attiva in questo conflitto a Pechino. Xi Jinping aveva lasciato il suo paese in una condizione abbastanza neutrale senza prendere parte attiva, ma sembra arrivato il momento di fare una mossa, o in un senso o in un altro. “La Cina è profondamente preoccupata e addolorata per la situazione in Ucraina. Speriamo con sincerità che la situazione si allenti e la pace torni presto”. Per il momento non si sbilancia il portavoce Liu Pengyu.
Sull’altro binario dei negoziati, ovvero quello delle parti direttamente interessate, si procede molto a rilento. Le condizioni sono sempre le stesse e sul tavolo non si muove nulla di diverso. Sfumata nel vuoto anche l’apertura dei dialoghi di Zelensky sul Donbass e la Crimea. L’Ucraina continua a chiedere come prima condizione un cessate il fuoco.